Avere una capacità visiva limitata è fortemente penalizzante in ogni ambito della vita quotidiana. L’ipovisione, che può dipendere da fattori congeniti o da patologie sopraggiunte che colpiscono gli organi della vista (retina, cornea, nervo ottico), se trascurata nel tempo, può provocare la cecità parziale o totale.
Una condizione di limitata acutezza visiva che riduce notevolmente il campo ottico può essere anche la spia di una patologia in atto che riguarda la macula (zona centrale della retina) o di un glaucoma avanzato, malattia che danneggia il nervo ottico.
Se però la condizione di ipovisione è lieve o moderata è possibile intervenire con strumenti ottici appositi come filtri o lenti, in modo da arrestare il disturbo e arginarlo in modo efficace e tempestivo.
Sulla scorta delle indicazioni fornite dal medico oculista, l’ottico provvederà a fornire gli strumenti più adatti e personalizzati per affrontare il problema dell’ipovisione.
Gli anziani, ad esempio, sono soggetti ad una fisiologica condizione di “vista fragile” a causa di patologie oculari degenerative, alcune delle quali sono anche ereditarie. Poiché la vista fragile, se non corretta subito, può condurre ad una rilevante perdita della vista (tale da compromettere gravemente lo svolgimento delle normali attività quotidiane), è fondamentale intervenire nei primissimi stadi della malattia.
Esistono infatti ausili ipercorrettivi e compensativi che agiscono in maniera efficace fin da subito, evitando che la patologia degeneri. Bisogna quindi stare attenti ai primi segnali di vista fragile, che si manifestano generalmente con interferenze visive di vario tipo, deformazione, abbagliamento, sensibilità cromatica, contrasto.